Conclusioni

Sono trascorsi cinquecento anni dalla nascita di Luigi Lilio, straordinaria figura di matematico e astronomo, della cui storia personale è rimasta solo qualche traccia. Il suo genio è purtroppo noto a pochi perché la riforma da lui ideata non porta il suo nome ma quello di papa Gregorio XIII che l’ha promulgata nel 1582. Eppure la grandezza di Lilio appare evidente se si considera che nel Cinquecento molte conoscenze astronomiche e matematiche erano ancora “in fieri”. Nel 1500 mancavano le leggi dei modelli planetari, i metodi della fisica e gli strumenti della matematica. Vedranno la luce non molti anni dopo grazie a Brahe, Keplero, Galileo e Newton.
Nonostante queste limitazioni, Lilio ebbe il merito di essere giunto alla soluzione di un problema che sembrava irrisolvibile e che per molti secoli aveva tenuto occupati insigni astronomi e studiosi senza riuscire a venirne a capo.
Il fatto che la Pasqua non fosse celebrata nel giorno dell’anno astronomicamente corrispondente alla Resurrezione di Cristo poneva serie preoccupazioni alla Chiesa che, in assenza di soluzioni condivise, avvertiva il pericolo di controversie e nuovi scismi come era già successo in passato. Per evitare simili inconvenienti ed impedire l’accumulo dell’errore nel tempo, bisognava restituire all’antica data del 21 marzo l’equinozio di primavera; in secondo luogo occorreva regolare con esattezza i noviluni dai quali dipendeva la XIV luna; infine era necessario rinnovare il ciclo solare affinché potesse essere determinata con esattezza la lettera domenicale e quindi la data della Pasqua.
I Padri del Concilio di Nicea nel 325 avevano stabilito che la Pasqua di Resurrezione doveva essere celebrata nella domenica seguente la XIV Luna (plenilunio) del primo mese dopo l'equinozio di primavera. Ma, nella metà del 1500, il calendario giuliano aveva segnato come giorno dell’equinozio il 21 marzo, come stabilito dai padri di Nicea, mentre gli astri l’avevano segnato l’11 marzo cioè circa dieci giorni prima. Si trattava quindi di correggere le regole adottate per registrare il tempo e contemporaneamente evitare che l’equinozio astronomico di primavera rimanesse indietro, rispetto al calendario civile, com’era successo nel corso dei secoli.
Sebbene la scienza per come ora la conosciamo non fosse ancora nata, Lilio riuscì ad elaborare un calendario quasi perfetto, sincronizzandolo con i tre principali movimenti della Terra: il movimento rotatorio intorno a se stessa, il movimento lungo l’orbita attorno al Sole e il movimento dell’asse terrestre intorno ad un punto ideale della sfera celeste. Mediante due equazioni accorda i due cicli solare e lunare e propone un originale ed efficace ciclo delle epatte che permette di stabilire la data della Pasqua di qualsiasi anno. I suoi calcoli offrono al contempo un potentissimo strumento che permette di adattare il calendario alla variazione della durata dell’anno tropico nel corso dei secoli.
Non sappiamo come Lilio sia giunto a concepire il suo sistema. Ricordiamo che a quel tempo le frazioni decimali non erano ancora in uso, ma per una strana coincidenza lo saranno dal 1582 in poi, e solo a partire dal 1593 viene progressivamente introdotto un simbolo come la virgola per indicare i numeri decimali. L’autore di quest’ultima innovazione fu Cristoforo Clavio, membro della Commissione ed ultimo ad essere in possesso del manoscritto di Lilio.
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